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Gedichte aus Venedig

 

Aus: »Bartel und Gustabald«, Gedichtmanuskript, geplante Veröffentlichung: 2013
Poesie tratte da »Bartel e Gustabalda«, Poesie, Manoscritto, © Artur Becker 2010 Traduzione di Elena Zanichelli. Stefania Sbarra ha trodotto Casanova e Henriette.

 

Centro Tedesco di Studi Veneziani

Im Centro Tedesco di Studi Veneziani
Warten die Terrassenmöwen
Auf den Honig
Unserer weißen Junitage
Die uns der Sommer großzügig spendet
Und Galileo Galilei
Dessen blinde Augen die Lagune aus Stein und H2O bewachen
Ertrinkt in der Sonne
Und sie - diese Krankenschwester des Himmels -
Legt sich hier in den jenseitigen Kanälen
Nie schlafen

Engländer-Touristen
Werden geköpft
Von den hungrigen Kellnern
Die Frauen-Röcke sind kurz und katholisch
Der Wein hier ist blond
Und im roten Wasser wachsen Brücken Motorboote Cafés
Und Deine Arme – Deine Beine: Du wilde Luna Veneziana
Du umgarnst mich
Schwimmst mit mir fort
Nennst mich bereits einen Toten
Der zu Sternenfutter verarbeitet wird
Für Deinen Meeresfriedhof San Michele
Für diese Bohrinsel zwischen Himmel und Hölle.


Centro Tedesco di Studi Veneziani

Al Centro Tedesco di Studi Veneziani*
I gabbiani della terrazza attendono
Il miele
Delle nostre bianche giornate di giugno
Un dono della prodiga estate
E Galileo Galilei
I cui occhi accecati vigilano la laguna di pietre e H2O
S’annega al sole che
– Infermiere del cielo –
A dormire qui nei canali dell’aldilà
Non va mai

Turisti e Inglesi
I camerieri affamati
Li accoppano
Le donne-gonne sono corte e cattoliche
Il vino qui è biondo
E dall’acqua rossa crescono ponti motoscafi bar
E le tue braccia – le tue gambe: tu selvaggia Luna Veneziana*
Tu m’abbindoli
Ti allontani con me a nuoto
Mi chiami già morto
Finito a sfamar le stelle
Per il tuo cimitero a mare sull’isola di San Michele
Per questa piattaforma che trivella tra il cielo e la terra

 

Ezios Barca

Die Ponti berühren kaum das Meer: wenn wir uns durchschleichen
In den engen überschwemmten Gassen: die keine Erde unter den Füßen tragen
Sondern jede Menge Schiffe Gummistiefel Kreditkarten und Barken

Und Ezio Toffolutti kennt das Totenreich: Er macht es lebendig
In seinem schwimmenden Cinema: dem Atelier für die letzten Worte
Die auf den Theaterbühnen angesehen werden wie Tänzerinnen in einem Nachtclub

Er stellt auf dem Dachboden seine Eltern aus: zahlt für sie immer noch die Miete
Obwohl sie als nackte Zeichnungen aus den Vierzigern
Nur in seinen Erinnerungen überleben können

Und so schickt er dieses Kino die Barca der Zeit
Abend für Abend auf Reisen durch die Adern und Nervenflüsse
Venedigs: im grünen Steinsee

Unter den Ponti wird der Himmel kurz und bündig schwarz: die Seele springt
Dir plötzlich aus dem Körper – brummt leise
Und wäscht sich vor Angst die Hände: auf den Treppenstufen unter Wasser.

 

La Barca* di Ezio

I Ponti* sfiorano appena il mare: quando ci infiliamo
Lungo i canali allagati: sotto i piedi manca loro la terra
Troviamo invece navi stivali di gomma carte di credito e barche

Ed Ezio Toffolutti conosce il regno dei morti: lo resuscita
Nel suo Cinema* galleggiante: l’atelier delle ultime parole
Sbirciate sul palcoscenico come ballerine in un night

Nel sottotetto espone i genitori: per loro paga ancora l’affitto
Anche se da nudo disegno degli anni Quaranta
Posson sopravvivere solo nei suoi ricordi

Manda quindi in viaggio questo cinema Barca* del tempo
Sera dopo sera tra arterie e fiumi di nervi
Veneziani: nel verde fiume di pietre

Sotto i Ponti* il cielo diventa d’un nero lapidario: e all’improvviso ti salta l’anima
Fuori dal corpo – gorgoglia
E per paura si lava le mani: sopra i gradini sott’acqua


Casanova und Henriette

Man kann Euch beide nicht töten –
Ihr seid stärker als der Wind der Brücken,
Die in Venedig die Augen und Lippen öffnen für die Freude.

Und so einfach ist das, die Leber errötet, wird morsch,
Das Herz schmeißt sich auf die letzten Atemzüge
Und ringt nach Luft – aber Ihr Verliebten vergeht nicht.

Eure Ausweise und Tagebücher werden von uns gesucht,
Denn jeder möchte einmal die Flügel verlieren
Und ins Feuer fallen, um kurz vor dem Sonnenaufgang zu verbrennen.

Ich will auch die nach Speck und Verrat duftende Hölle betreten,
Dem ungarischen Offizier meine Geliebte abkaufen,
Der im Dienste des Teufels mit mir Latein spricht.

Retten, was es zu retten gibt: das Sein – während Eure verliebten Schritte,
Casanova und Henriette, Städte und Dörfer überdauern werden,
Und das ist nicht einmal den Sternen und ihren geheimen Korridoren vergönnt.

Deshalb zählen wir auf Euch,
Gehen nicht mehr schlaflos durch die Wassergassen,
Vermauern uns nicht mehr in Häusern ohne Straßennummern und -namen.

 

Casanova e Henriette

Non vi possono uccidere voi due –
Siete più forti del vento dei ponti
Che a Venezia aprono gli occhi e le labbra alla gioia.È tanto semplice, il fegato diventa rosso, marcio,
Il cuore si lancia sugli ultimi respiri
E lotta per l’aria – ma voi innamorati non passate.I vostri documenti e diari noi li cerchiamo,
Giacché tutti vorremo perdere le ali una volta,
E cadere nel fuoco per ardere appena prima dell’alba.Voglio entrare anche nell’inferno che odora di grasso e tradimento,
Riscattare la mia amata dall’ufficiale ungherese
Che al servizio del diavolo parla con me latino.Salvare quel che c’è da salvare: l’essere – mentre i vostri passi innamorati,
Casanova e Henriette, sopravvivono a città e paesi,
E non è concesso, questo, nemmeno alle stelle e ai loro corridoi segreti.Perciò contiamo su di voi,
Non camminiamo più insonni per le calli d’acqua,
Non ci chiudiamo più tra le mura di case senza via e numero civico.


 
Artur Becker, tratto da Venedigs Freiheitsliebe, «Frankfurter Rundschau», 15.08.2010

Ich bin auch ein Venezianer geworden, ich war schon einer vor meiner Ankunft in Venezia gewesen, ich habe es bloß nicht gewusst. Meinen Eskapismus konnte ich bis jetzt nur in meinen Büchern ausleben, indem ich mir in Masuren mein eigenes Reich aufgebaut habe, mein Atlantis. Doch das
Atlantis gibt es wirklich. Und du wirst dich der Eitelkeit dieser Stadt schnell ergeben und ihre Schönheit mit der salzigen heißen feuchten Juliluft einatmen, Spaziergang für Spaziergang, Cafésitzung für Cafésitzung. Und es ist beruhigend und beglückend, wenn man jeden Sommermorgen mit dem blauen Himmel über dem Kopf aufwacht und auf den zahlreichen Brücken und Marktplätzen, den Campi, den wunderbaren, in gute Laune versetzenden Klang des Italienischen hört, bevor man sich in ein
Café zum Frühstück setzt. Man will leben, man will dann für diesen kleinen Inselstaat leben und seine Freiheit genießen und verteidigen, weil die Freiheit die einzige glaubwürdige Idée fixe Venedigs ist.


Artur Becker, aus Venedigs Freiheitsliebe, «Frankfurter Rundschau», 15.08.2010

Sono diventato anch'io un veneziano, lo ero già prima del mio arrivo a Venezia, solo che non lo sapevo. Il mio escapismo finora potevo sfogarlo solo nei miei libri, costruendomi un regno in Masuria, la mia Atlantide.
Ma Atlantide c'è davvero. E ti arrenderai velocemente alla vanità di questa città e inalerai la sua bellezza con l'aria umida calda e salata di luglio, passeggiata dopo passeggiata, caffè dopo caffè. Rende calmi e felici svegliarsi ogni mattina d'estate con un cielo azzurro sopra la testa, e sentire sui tanti ponti, mercati e campi il suono meraviglioso dell'italiano, che infonde il buon umore, prima di sedersi in un bar per la colazione. Si vuole vivere, si vuole vivere per questo piccolo stato insulare e godere e difendere la sua libertà, perché la libertà è l'unica idea fissa credibile di Venezia.

*in italiano nel testo originale


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